Sono tanti i film, romanzi, documentari, poesie e opere che hanno le droghe come protagoniste assolute della narrazione.
Non esiste un solo modo per raccontare un fenomeno così complesso e controverso che può, invece, abbracciare tanti punti di vista ed essere utilizzata per raggiungere gli obiettivi più disparati.
I Poeti Maledetti, per esempio, usavano la droga per arrivare a stati alterati della coscienza per poi descrivere le sensazioni e le percezioni che vivevano in quei momenti. Lei era la protagonista non assoluta ma relativa, perchè era un mezzo per raggiungere un fine.
Allo stesso tempo, le narrazioni sulle droghe sono utilizzate come espediente per raccontare l’evoluzione del tessuto sociale, una generazione e i suoi malesseri in un preciso momento storico (come in Trainspotting). Ci sono, poi, molti contenuti che mirano a sfruttare la droga per affrontare fenomeni più estesi e intrecci storico-politici (come nel libro ZeroZeroZero di Roberto Saviano), ma anche personaggi ed eventi specifici (la piaga dell’eroina negli anni Settanta-Ottanta e il controverso personaggio di Vincenzo Muccioli nella serie tv SanPa – Luci e tenebre di San Patrignano).
Quando si parla del legame tra droga e narrazione si apre un discorso ampio e articolato. Raccontare la droga e raccontare attraverso la droga sono due strade diverse che portano a risultati lontani. E quando si fruisce di un contenuto bisogna avere ben chiara la differenza
Le storie cambiano non solo in base al focus, ma anche relativamente al momento e al formato in cui sono prodotte. Molte offrono un’istantanea di un particolare momento storico o una generazione. Ciò accade, per esempio, nelle diverse pubblicazioni di Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino.
Noi, ragazzi dello zoo di Berlino
Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino è il film del 1981 che ha avuto un successo planetario diventando un cult. La pellicola prende ispirazione dal libro biografico di Christiane Felscherinow pubblicato nel 1978 e curato da due giornalisti, Kai Hermann e Horst Rieck e da…