Cosa è il potere? È la possibilità di decidere l’agenda. Di disporre di fondi, persone, strutture. Di scegliere se il mondo, la nazione, un’azienda devono andare da una parte o dall’altra. Di disporre dei doveri altrui, e a volte anche dei diritti. E da chi è agito, ancora oggi, il potere nel nostro paese e in buona parte dell’emisfero tutto? Da uomini. Maschi. Preferibilmente cis, piuttosto bianchi, normalmente di una certa età.
Pensate alle immagini della guerra in Ucraina e alla portata dell’evento in termini di Storia e geopolitica: le donne in fuga con bambini e bambine, gli uomini a combattere. Loro l’hanno cominciata, la guerra. E loro, solo loro, siedono ai tavoli negoziali. E quando non fanno la guerra, hanno comunque la loro agenda, le loro priorità. Come accade sempre al potere – tende ad autoconservarsi. E oggi chi lo agisce non può (e, diciamolo, di base non vuole) fare i conti con un mondo completamente cambiato. Un mondo dove, per esempio, il linguaggio di genere deve essere declinato in quanto tale, e come grammatica italiana prevede, perché la realtà è cambiata e sta cambiando.
Perché ci sono assessore, ministre, presidenti (no, non presidentesse, è dispregiativo, ma presidenti, che resta uguale per maschile e femminile perché vuol dire “coloro che presiedono”) e sono sempre di più. Ma il potere si autoconserva, e questa cavalcata è sì in aumento, ma con grande, immensa lentezza, se guardiamo per esempio a quel piccolo 36% di donne che, al 2019, risulta sedere al Parlamento europeo. Sì, i vertici sono ora al femminile ed è un inedito – con Ursula von der Leyen a capo della Commissione europea e con Roberta Metsola sullo scranno più alto dell’Europarlamento. Ma ancora il potere è maschio: solo il 14,3% delle premiership, nei 27 Paesi Ue più il Regno Unito, è in mano a una donna. Per le presidenze si arriva al 21,4%, mentre in termini di ministre in Europa non si sfonda quota 30% – percentuale che scende al 19% su scala mondiale. Nei circa 200 Paesi di tutto il mondo, solo in 20 a capo dello Stato siede una donna. Curiosità: il Parlamento con il più alto numero di donne al mondo è quello del Ruanda, con il 56% del totale.
Disporre del corpo altrui è potere. A proposito di guerra, lo stupro è un’arma. A fine marzo è stato presentato il nuovo rapporto del Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione sulle gravidanze indesiderate sulle vite di donne e ragazze: quasi la metà di tutte le gravidanze, a livello globale, sono indesiderate. “Niente è più fondamentale per l’autonomia corporea della capacità di decidere se avere o meno una gravidanza. Eppure per troppe donne, la possibilità riproduttiva che più incide sulla vita non è affatto una scelta”. In tempi di pace chiunque, uomo o donna, può decidere di utilizzare il sesso per acquisire potere.
Oppure, più facilmente, può trovarsi in una situazione di costrizione, e capire che in cambio di sesso otterrà qualcosa – perché no, non è libertà questa. E guardiamoci intorno, ai casi di cronaca, in Italia e non, che anche in questo numero raccontiamo. Chi è che usa il sesso come moneta di scambio? Chi vuole sesso in cambio di qualcosa – lavoro, politica, favori? Chi ha il potere. E il potere – torniamo al via – ce l’hanno gli uomini (cis, magari di una certa età, bianchi, etc) che quel sesso spesso lo gradiscono ancor di più se da donne giovani, molto più giovani, a volte minorenni. È come quando ci si scaglia contro il tema della prostituzione – quando non è scelta e quando è sfruttamento. La morale parla solo di chi vende il sesso, delle donne, o al massimo di persone trans. Mai di chi quel sesso lo compra. Mai del fatto che un mercato ha necessità di domanda e offerta, e l’offerta non ci sarebbe, se non ci fosse la domanda.
Questo, insieme alla violenza di genere e domestica, è tra i pochi casi in cui la donna diventa protagonista: è il soggetto attivo della narrazione. È morta, è stata violentata, ha approfittato del sesso per fare carriera. Neanche fosse davvero la protagonista di queste storie. L’uomo, chi compie l’azione, magicamente scompare. Ecco perché questo numero di Frisson è stato per noi urgente e necessario.