foto di un meeting con Scholz Johnson Macron e Draghi
courtesy of: Number 10 (flickr.com)
|

Cosa è il potere nel nostro paese

L'editoriale di Angela Gennaro

Cosa è il potere? È la possibilità di decidere l’agenda. Di disporre di fondi, persone, strutture. Di scegliere se il mondo, la nazione, un’azienda devono andare da una parte o dall’altra. Di disporre dei doveri altrui, e a volte anche dei diritti. E da chi è agito, ancora oggi, il potere nel nostro paese e in buona parte dell’emisfero tutto? Da uomini. Maschi. Preferibilmente cis, piuttosto bianchi, normalmente di una certa età.

Pensate alle immagini della guerra in Ucraina e alla portata dell’evento in termini di Storia e geopolitica: le donne in fuga con bambini e bambine, gli uomini a combattere. Loro l’hanno cominciata, la guerra. E loro, solo loro, siedono ai tavoli negoziali. E quando non fanno la guerra, hanno comunque la loro agenda, le loro priorità. Come accade sempre al potere – tende ad autoconservarsi. E oggi chi lo agisce non può (e, diciamolo, di base non vuole) fare i conti con un mondo completamente cambiato. Un mondo dove, per esempio, il linguaggio di genere deve essere declinato in quanto tale, e come grammatica italiana prevede, perché la realtà è cambiata e sta cambiando.

Perché ci sono assessore, ministre, presidenti (no, non presidentesse, è dispregiativo, ma presidenti, che resta uguale per maschile e femminile perché vuol dire “coloro che presiedono”) e sono sempre di più. Ma il potere si autoconserva, e questa cavalcata è sì in aumento, ma con grande, immensa lentezza, se guardiamo per esempio a quel piccolo 36% di donne che, al 2019, risulta sedere al Parlamento europeo. Sì, i vertici sono ora al femminile ed è un inedito – con Ursula von der Leyen a capo della Commissione europea e con Roberta Metsola sullo scranno più alto dell’Europarlamento. Ma ancora il potere è maschio: solo il 14,3% delle premiership, nei 27 Paesi Ue più il Regno Unito, è in mano a una donna. Per le presidenze si arriva al 21,4%, mentre in termini di ministre in Europa non si sfonda quota 30% – percentuale che scende al 19% su scala mondiale. Nei circa 200 Paesi di tutto il mondo, solo in 20 a capo dello Stato siede una donna. Curiosità: il Parlamento con il più alto numero di donne al mondo è quello del Ruanda, con il 56% del totale. 

Disporre del corpo altrui è potere. A proposito di guerra, lo stupro è un’arma. A fine marzo è stato presentato il nuovo rapporto del Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione sulle gravidanze indesiderate sulle vite di donne e ragazze: quasi la metà di tutte le gravidanze, a livello globale, sono indesiderate. “Niente è più fondamentale per l’autonomia corporea della capacità di decidere se avere o meno una gravidanza. Eppure per troppe donne, la possibilità riproduttiva che più incide sulla vita non è affatto una scelta”. In tempi di pace chiunque, uomo o donna, può decidere di utilizzare il sesso per acquisire potere.

Oppure, più facilmente, può trovarsi in una situazione di costrizione, e capire che in cambio di sesso otterrà qualcosa – perché no, non è libertà questa. E guardiamoci intorno, ai casi di cronaca, in Italia e non, che anche in questo numero raccontiamo. Chi è che usa il sesso come moneta di scambio? Chi vuole sesso in cambio di qualcosa – lavoro, politica, favori? Chi ha il potere.  E il potere – torniamo al via – ce l’hanno gli uomini (cis, magari di una certa età, bianchi, etc) che quel sesso spesso lo gradiscono ancor di più se da donne giovani, molto più giovani, a volte minorenni. È come quando ci si scaglia contro il tema della prostituzione – quando non è scelta e quando è sfruttamento. La morale parla solo di chi vende il sesso, delle donne, o al massimo di persone trans. Mai di chi quel sesso lo compra. Mai del fatto che un mercato ha necessità di domanda e offerta, e l’offerta non ci sarebbe, se non ci fosse la domanda.

Questo, insieme alla violenza di genere e domestica, è tra i pochi casi in cui la donna diventa protagonista: è il soggetto attivo della narrazione. È morta, è stata violentata, ha approfittato del sesso per fare carriera. Neanche fosse davvero la protagonista di queste storie. L’uomo, chi compie l’azione, magicamente scompare. Ecco perché questo numero di Frisson è stato per noi urgente e necessario.

Angela Albanese Gennaro
Angela Albanese Gennaro
È la direttrice responsabile di Frisson. Giornalista freelance, videomaker per Ansa dove si occupa di cronaca, tematiche di genere, temi sociali, immigrazione, cura su Radio Bullets, webradio specializzata in Esteri, un podcast sulle notizie di genere dal mondo. Già videomaker per Il Fatto Quotidiano e photo editor per Associated Press Italia, tra le testate con cui ha collaborato ci sono tra l’altro Repubblica.it, Il Venerdì, Current TV, Il Reportage, la Zdf.
Scelti per te
Condividi
Leggi anche