“Tutte le giovani donne italiane devono diventare consapevoli delle proprie capacità”. Florinda Saieva è una imprenditrice culturale, fondatrice di Prime Minister Italia e co-fondatrice di Farm Cultural Parkr. “Un’espressione corale della nostra società renderebbe le scelte prese nelle stanze dei bottoni più eque”, racconta a Frisson.
Cosa è Prime Minister?
Prime Minister è una scuola di politica per giovani donne di età compresa fra i 14 e i 18 anni che vogliono intraprendere un percorso di formazione alla Politica – intesa come capacità di interpretare e guidare la società – e all‘attivazione civica. Le studentesse della Scuola vivono così un’esperienza di empowerment, che passa dal rafforzamento delle loro conoscenze e competenze trasversali, e crea una comunità pronta a sostenerle. Il progetto nasce da un’idea delle associazioni Farm Cultural Park e Movimenta, per poi svilupparsi grazie alle risorse del team formato da me, Angela Laurenza (ingegnera dei materiali e attivista civica), Denise Di Dio (Policy-maker e co-fondatrice di Movimenta) ed Eva Vittoria Cammerino (Capo segreteria di un deputato e attivista politica).
La Scuola scommette sulle giovani leader per generare un impatto di medio e lungo periodo sull’intero Paese. Il nostro obiettivo è che tutte le giovani donne italiane possano essere consapevoli delle proprie capacità, e diventare agenti di cambiamento nelle proprie scuole, comunità, città, nazioni. Basta vedere i dati per capire quanto ce ne sia bisogno.
Che risposta hanno dato le ragazze destinatarie del vostro progetto?
Le ragazze che partecipano al progetto sono tutte molto attive e propositive. Il problema è la fase di avvicinamento: non nego che in alcuni contesti si fa fatica a raccogliere interesse. E il contesto scolastico non aiuta: sono le stesse scuole spesso a mettere dei paletti al progetto perché tendono a confondere la politica con i partiti. Abbiamo 12 scuole in Italia, facciamo affidamento sulla nostra rete che ci consente di avvicinare gli istituti di formazione che altrimenti tengono lontani i ragazzi e soprattutto le ragazze da certi temi. C’è una seria paura a prendere posizione: ormai lo si fa solo sui social. Invece è importante farlo nella vita reale, anche rischiando di sbagliare.
Come mai la destra sembra aver sfondato il soffitto di cristallo?
Generalizzando, credo che sia accaduto nel nostro paese in quanto le donne di destra esercitano una leadership “maschile”, intesa come personale e gerarchica. Noi vogliamo una partecipazione di tutte e tutti alla vita politica: il tema del gender gap porta in sé anche quelli delle diversità e delle pluralità. Se avessimo un’espressione corale della nostra società, anche le scelte prese nelle stanze dei bottoni sarebbero più eque per tutt*.
Come vedi il futuro?
C’è ancora molto strada da fare ma sono fiduciosa. Le ragazze nelle nostre aule non si fanno problemi, non si pongono alcun limite in quanto donne. Questo è fondamentale: sono pronte a occupare lo spazio e rivendicarlo senza paura di essere additate come ambiziose.