Desiderio sessuale e disabilità: intervista a Caterina Di Loreto

Caterina Di Loreto è un'OEAS, una figura professionale poco riconosciuta e accettata. È lei a raccontarci il suo lavoro a supporto delle persone con disabilità. Ma c'è molto di più.
• 10 Gennaio 2021
illustrazione con carrozzina ritratto di caterina di loreto ed emoji di cuore e gocce d'acqua
artwork: Francesca Stella Ceccarelli / ph. credit: Anna Vittoria Pierobon

Le persone con disabilità hanno una sessualità? Chi è e cosa fa l’OEAS, operatorə all’emotività, affettività e sessualità? E ancora, si tratta di sex work?

Con Caterina di Loreto, OEAS, educatrice, attivista ed esperta in educazione sessuale approfondiremo la figura dell’operatrice all’emotività, effettività e sessualità, nata grazie al comitato LoveGiver.

Sappiamo che la disabilità viene legata sempre e solo alla sofferenza. La sessualità viene percepita come qualcosa di superfluo. Si crede che le persone con disabilità non abbiano desideri e/o non siano soggettività desiderate. È così?

Intorno al tema della disabilità ci sono tantissimi stereotipi, il primo è pensare che l’esperienza delle persone con disabilità sia uguale per tutt*, in realtà esistono tantissime disabilità diverse che comportano bisogni e ostacoli molto differenti e spesso anche correlati al contesto e alle risorse presenti nel proprio ambiente.

Un secondo stereotipo è quello di associare alla disabilità sempre una malattia e di collegare a questo sempre e comunque sofferenza, dolore e perdita.

Un altro stereotipo ancora è quello di rendere la disabilità un fattore identitario: il/la “disabile” e non la persona, concentrandosi solo su una sua caratteristica; facendo questo si inizia a percepire quella persona come diversa e, ancora peggio, inferiore: il “dis” quindi non più rispetto a una specifica attività o funzione del corpo ma posto davanti all’intera persona.

Così vengono distinti i bisogni delle persone con disabilità dagli altri, etichettandoli a prescindere come “speciali”, espropriando la persona direttamente interessata dalla possibilità di decidere e scegliere autonomamente.

La sessualità, il piacere, l’affettività, le emozioni e la salute sessuale sono diritti di tutt* e negarli alle persone con disabilità è una gravissima forma discriminazione e violenza.

Ci sono persone con disabilità a cui non interessa la sessualità e va rispettato il loro desiderio senza imporre di agire/subire comportamenti sessuali, come invece ci sono persone con disabilità che esprimono desideri sessuali a cui è importante offrire eventuali strumenti o possibilità nel caso in cui la loro disabilità le ostacoli.

Negli anni ho avuto modo di incontrare persone con disabilità e/o con malattie croniche che comportavano dolore e fatica e molte di loro mi hanno raccontato come la sessualità fosse un bisogno importante per loro proprio perché donava benessere e piacere sia fisico che mentale.

Come e perché ti sei avvicinata a questo tema?

Leggi l’articolo completo su Frisson​ n. 6

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Giulia Zollino

Nasce il 27 dicembre del ’92, sotto il segno del Capricorno. Nel 2012 scappa da un paesino bigotto del profondo Veneto per studiare Antropologia nella grassa e rossa Bologna. Qui è dove inizia il percorso di scoperta di sé e della sua sessualità, che la porta a dedicarsi all’educazione sessuale prima e al sex work poi.

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