La pelle che abito

Da quando è esplosa la pandemia il settore degli interventi di chirurgia estetica non ha risentito delle difficoltà economiche che si sono amplificate e ha addirittura registrato una crescita. E i medici confermano questo trend
• 1 Gennaio 2022
Reportage Frisson n.10 - La pelle che abito
credit: Danilo Garcia Di Meo

Pedro Almodóvar nel suo dramma genialmente disturbante, dove il trattamento fisico era prima curativo che estetico, aveva raccontato la metamorfosi come annientamento dell’essere umano in quanto tale. Ma quella follia, ne “La pelle che abito”, seppur immaginifica era solo ipotetica. Dieci anni dopo ci troviamo a riflettere sulle conseguenze di  questo Meta(verso) fisico paradossalmente proprio quando ci è stato chiesto di esporci solo tramite monitor e webcam e non più (o quasi) live. “Durante le prime settimane di chiusura, nella Fase 1, pensavamo che non ci sarebbero più state le stesse richieste di prima”, spiega Chiara Gelati, specialista in chirurgia plastica e ricostruttiva. “Le persone sono andate in cassa integrazione e hanno anche perso il proprio lavoro: nonostante ciò le richieste per gli interventi sono aumentate a dismisura”. Il New York Times, ad agosto del 2020, parlava dello “Zoom boom” raccontando l’incremento di richieste di interventi estetici.

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Danilo Garcia Di Meo

Danilo Garcia Di Meo (Roma, 1989) si occupa di fotografia sociale-documentaria. Dopo il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti, si dedica full time alla professione da fotografo freelance. Attualmente lavora con l’agenzia fotogiornalistica AGF, associazioni e cooperative, soprattutto in ambito sociale. Collabora con l’associazione di fotogiornalismo Witness Journal. Nel 2019 è selezionato da Sky Arte per Master of Photography . Tra i lavori corporate sono presenti clienti come Formula E, Calzedonia group, Corona, Starbucks, Ikea e Sephora. I suoi progetti gli hanno permesso di ricevere diversi premi internazionali come il Gran Premio all’“Andrei Stenin International Press Photo Contest”, “Tokyo International Fotography Awards”, “Moscow International Fotography Awards”, “Documentary Family Awards”, “VOHH – Voice of Human and Hope” e ha esposto in diversi festival nel mondo come a Mosca, Berlino, Dresda, Budapest, Glasgow, Città del Capo, Atene, Chittagong, Città del Messico, Istanbul, Shanghai, Ljubljana, Krasnodar (Photovista), Indian Photography Festival, Roma. Il suo lavoro è stato pubblicato su testate internazionali e nazionali inclusi: Elle, National Geographic.it, l’Espresso, la Repubblica, Corriere della Sera, Ria.ru, Uncertain States, Russia Beyond Headlines.

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