A qualcun* piace folle… e libero!

Alla scoperta del mondo delle parafilie con Serena Calò e Slavina di Psicoerotica femminista
Articolo Frisson n.10 - A qualcun* piace folle... e libero!
illustrazione: Francesca Aleandri Becchetti
1 Gennaio 2022
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Quanti, raggiunta la consapevolezza, vorrebbero dire agli/alle teenager che erano che le fantasie strane dell’adolescenza sono meglio dello stigma che si interiorizza poi e della normalità che la società impone?

Parlare di stranezza e follia è complesso e pericoloso, quanto difficile è parlare di privilegio: entrambe sono operazioni che presuppongono la capacità di tenere presente il concetto di “relazione”. Se le asimmetrie variano a seconda degli estremi, se cambiando gli addendi il risultato si modifica, allora è certezza che “strano” sia ciò che è paragonato a qualcosa che nella legenda della nostra società odierna è indicato come “normale”.

Entrando negli sconfinati e beati campi della fantasia e del piacere umano sembra che la terminologia corretta per parlare di pratiche atipiche sia “parafilie”, oggi più comunemente individuate dal termine inglese “kink” che traduce letteralmente la parola “stravagante”. E’ un termine che oggi racconta e raccoglie innumerevoli pratiche e giochi sessuali consensuali – innumerevoli perché una nuova fantasia, una nuova idea folle, un nuovo feticismo sono sempre suscettibili di nascere ed entrare a far parte del lungo elenco rappresentato da questo termine ombrello.

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Immagine di Maria Elena Memmola Tripaldi

Maria Elena Memmola Tripaldi

Maria Elena Memmola Tripaldi scrive da quando ha imparato, ha pubblicato un romanzo psicologico e ideato il podcast Lettera Femmina in cui parla di questioni di genere e discriminazione. È operatrice e coordinatrice di un centro antiviolenza a Imola. Ha pubblicato articoli e racconti su alcune riviste online, canta e crede che molte cose siano relazione e quasi tutte politica. Femminista sempre in progress, lavora con le parole e la comunicazione per cambiare le cose.

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