Violenza e patriarcato: ecco la campagna che racconta cosa accade (anche) nelle relazioni LBT

Una campagna racconta la violenza nelle relazioni LBT: stereotipi, controllo e discriminazioni affrontati dalla Linea Lesbica e Antiviolenza
fumetto con due donne che parlano. - - SONO PREOCCUPATA PER DRAGO, NON FA ALTRO CHE LAMENTARSI DI QUANTO LITIGA CON PANTERA. - MMM, ANCORA?
artwork: Frad / per concessione di Linea Lesbica Antiviolenza
7 Agosto 2025
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Strisce di fumetti firmate da Francesca Amato – in arte Frad, fumettista romana – e l’agenzia Comunicattive per parlare efficacemente, oltre stereotipi e rischi di strumentalizzazione, di violenza all’interno di relazioni LBT: è questa la nuova strategia comunicativa della Linea Lesbica e Antiviolenza, da oltre 9 anni impegnata nel contrasto al maltrattamento e alle discriminazioni multiple.

Raccontate come chiacchiere al bar, confidenze tra amiche e con un registro quotidiano, le violenze descritte dalle strisce narrano storie che hanno a che fare con il controllo, con gli stereotipi sull’espressione della propria identità o della propria queerness ma anche con forme di maltrattamento simili a quelle tipiche delle relazioni eterosessuali.

Se quando si parla di violenza di genere in molti casi ci si riferisce alla violenza agita da uomini, nel caso delle relazioni LBT parliamo comunque di patriarcato, di maschilità egemonica, di un fenomeno strutturale ed endemico che quotidianamente influenza le rappresentazioni e l’educazione di tutte le soggettività, anche di persone socializzate come donne e parte di relazioni lesbiche. 

“È proprio la pervasività sociale della violenza di genere a far sì che essa si riproduca anche nelle relazioni lesbiche”, dice Irene Bilei, operatrice della Linea Lesbica e Antiviolenza. 


Gli stereotipi sulla violenza nelle coppie LBT

In questa campagna comunicativa ogni striscia affronta uno stereotipo preciso, per smontarlo e per far emergere il ruolo fondamentale del contesto sociale nel perpetuare o interrompere la violenza nelle relazioni intime.

Le violenze all’interno di relazioni LBT sono varie – manipolazioni, violenze fisiche, squalificazioni e denigrazioni, violenze economiche, forme di controllo e violazione del consenso. E hanno delle specificità che rendono la presa in carico del problema più complessa perché per le persone LBT sarà difficile trovare sul territorio nazionale procedure e servizi strutturati per avviarsi a un percorso di fuoriuscita. 

Ad oggi manca, per esempio, una legge specifica contro l’omolesbobitransfobia e chissà quando un altro disegno di legge, come già la proposta Zan, verrà finalmente preso in considerazione. 

La discriminazione e l’omofobia di cui la nostra cultura è ancora gravemente intrisa non permettono di immaginare che i percorsi per l’affrancamento da relazioni LBT violente saranno prive di ostacoli e ulteriori violenze istituzionali. 

Qui l’importanza del lavoro di alta professionalità che le operatrici di realtà come Linea Lesbica e Antiviolenza svolgono quotidianamente: capaci di nominare i diversi tipi di violenza, di individuare stereotipi di vario tipo e di analizzare la rete a disposizione della persona presa in carico e le relazioni con la comunità a cui appartiene. 

“Tra le persone accolte dalla Linea Lesbica ci sono donne che sono state cacciate di casa da genitori lesbofobici, ritrovandosi in una condizione di dipendenza economica dalla compagna e quindi esposte a minacce e violenza”, si legge nel comunicato stampa di lancio della nuova campagna di comunicazione. Una delle maggiori specificità delle relazioni LBT, infatti, è che proliferano dentro un contesto sociale di discriminazioni multiple. “Ci sono persone trans* per cui la minaccia di outing sul posto di lavoro o in altri contesti costituisce uno strumento di controllo e ricatto nelle mani della compagna. E ci sono persone che hanno introiettato la lesbobitransfobia al punto di riprodurla con giudizi e insulti alla propria partner”.


Cos’è la Linea Lesbica e Antiviolenza

La Linea Lesbica e Antiviolenza offre un canale di ascolto e supporto a tutte le donne bisessuali, le persone lesbiche, trans e non binarie che chiedono aiuto. Basata a Bologna, è nata all’interno dell’associazione Lesbiche Bologna e in collaborazione con la Casa delle donne, al suo interno ha operatrici che vivono in diverse regioni e accoglie persone da tutta Italia. Oltre ad offrire colloqui individuali con operatrici esperte – telefonici o in videochiamata – la Linea Lesbica si occupa di sensibilizzazione e formazione, e da qualche anno organizza le “cerchie lesbiche antiviolenza”, spazi collettivi di discussione sulla violenza. 
Ad aprile ha portato il tema della violenza nelle relazioni intime alla conferenza internazionale organizzata dalla European Lesbian* Community, che quest’anno si è tenuta a Roma. È possibile contattare la Linea Lesbica e Antiviolenza il lunedì dalle 18 alle 22 o il mercoledì dalle 18 alle 20, chiamando il 391 3359732. Chiamare non comporta nessun obbligo di denuncia, e la decisione di intraprendere o interrompere un percorso di fuoriuscita dalla violenza è sempre di chi chiama. Il supporto è gratuito e vengono garantite riservatezza e anonimato.

© Riproduzione Riservata

Immagine di Maria Elena Memmola Tripaldi

Maria Elena Memmola Tripaldi

Maria Elena Memmola Tripaldi scrive da quando ha imparato, ha pubblicato un romanzo psicologico e ideato il podcast Lettera Femmina in cui parla di questioni di genere e discriminazione. È operatrice e coordinatrice di un centro antiviolenza a Imola. Ha pubblicato articoli e racconti su alcune riviste online, canta e crede che molte cose siano relazione e quasi tutte politica. Femminista sempre in progress, lavora con le parole e la comunicazione per cambiare le cose.

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