Qualcun* preferisce il Some Prefer Cake: il festival che parla alla comunità lesbica in tre giorni di proiezioni, incontri, presentazioni di libri, spettacoli e musica 

È con la serata Lesbian Pleasure, fatta di performance musicali e corti erotici, che inizia il nostro viaggio tra gli eventi della sedicesima edizione del festival Some Prefer Cake tenutasi dal 20 al 22 settembre 2024 a Bologna
Il team e lo staff di Some Prefer Cake

Quest’anno il festival è stato inaugurato con l’esperienza musicale del live set di Sara Santi, – cantautore, performer e attivista intersezionale che ha realizzato il progetto Queen of Saba, duo elettro-pop – seguito da alcune proiezioni in concorso e un’altra performance musicale di e con 2Alaska e Ceci Stuck. Abbiamo nella stessa serata potuto fruire di rappresentazioni erotiche alternative al modello mainstream: ancora una volta le brevi pellicole selezionate dalla direzione artistica del festival e che seguono l’onda postporno ci interrogano come spettatrici e spettatori sui nostri desideri, su come sia necessario rendere visibili sperimentazioni sessuali, pratiche e corpi normalmente esclusi e oscurati dalle narrazioni erotiche imperanti. I corti proiettati – “Traces”, “Bonds”, “Celestial Bodies”, “Orgy #00”, “La gata sobre el tejado caliente” e “Objects of desire” – propongono rappresentazioni e scenari che spaziano dalle pratiche BDSM al furry sex, ma soprattutto promuovono il consenso e un nuovo modo di immaginare il sesso di gruppo, fatto anche di risate, sbavature e complicità.

È in queste scelte della direzione artistica che il festival si dimostra ogni anno coerente con i propri obiettivi svolti nell’ambito del Patto generale di collaborazione per la promozione e la tutela dei diritti delle persone e della comunità LGBTQIA+ nella città di Bologna. Le 29 produzioni indipendenti selezionate da tutto il mondo argomentano e affrontano temi relativi alle questioni di genere, al diritto all’aborto, promuovono l’autodeterminazione, la resistenza delle donne palestinesi e sensibilizzano al fenomeno della violenza di genere. Ma è anche nei metodi che l’organizzazione del Some Prefer Cake avvia e favorisce politiche di accessibilità in un’ottica intersezionale: tutti i film sono stati trasmessi in lingua originale con sottotitoli anche nei film in lingua italiana – per renderne accessibili i contenuti alle persone sorde – e gli incontri prevedevano la traduzione simultanea in LIS per garantirne la fruibilità alle persone sorde segnanti, infine tutti gli spazi del festival erano accessibili alle persone in sedia a rotelle. 

Postporno: termine coniato nel 1990 da Wink van Kempen che si riferisce a una pornografia fluida che capovolge i codici maschilisti, razzisti e abilisti del porno mainstream e che ha l’obiettivo decostruire l’immaginario pornografico tradizionale, lasciando la narrazione alle soggettività normalmente escluse e umiliate da esso.

Il viaggio della redazione ha felicemente seguito i suggerimenti cinematografici del festival e in uno degli appuntamenti con i “Corti a colazione” – che comprendeva la proiezione di 5 pellicole da godersi con la colazione inclusa nel biglietto – abbiamo potuto dialogare con Silvia Maggi, regista di “Valery Alexanderplatz” che alla fine della proiezione ha incontrato il pubblico insieme alla protagonista del film, Valerie Taccarelli, storica attivista trans. Il documentario è un emozionante cammino nella storia di Valerie e nell’origine del testo della canzone “Alexanderplatz” a lei ispirata e scritta da Alfredo Cohen; Valery ci lascia una commovente immagine del suo incontro con Milva, a cui rimane legata non più solo dalla canzone stessa ma anche da un guardarsi da lontano con un affetto e una stima suggerite e sigillate nel simbolo dei mazzi di fiori che le mandava prima di ogni concerto. 

Nella stessa occasione e in altri cortometraggi molti temi vengono affrontati: il sex work in “Pro” pilot di una serie TV francese diretta da Sarra Ryma, quelle che potremmo definire relazioni pericolose in “Girlfriends”, commedia che racconta gli intrecci amicali e non tra le protagoniste, connessioni virtuali e paure in “Nobody will love a Monster” tenera favola fantasy che ci lascia con tanti punti interrogativi sulla vulnerabilità, l’identità e l’accettazione di sé in relazione ad altr*. Infine “Sei mesi dopo”, corto sul consenso e sulla violenza sessuale della regista italiana Chiara Sfregola che propone, con un titolo che si riferisce anche ai termini per le querele in caso di violenze sessuali, la storia di una donna lesbica che realizza nei mesi di essere stata violentata da un amico che non ha voluto accettare i suoi rifiuti.

Il Some Prefer Cake è stato ricco di incontri e discussioni, impreziosito dalle risate di una stand-up comedy non maschilista della fumettista e comica lesbica romana, Frad, che ci parla da femminista di un mondo lesbico che accoglie contraddizioni umane e dinamiche di vita quotidiana ed esperienze queer. 

Il Some Prefer Cake è stato attraversato da moltissime persone per tre giorni e ha generato, attraverso le sue proposte e le sue pratiche, un’atmosfera di alleanza tra le persone e di gioia nell’incontro per chi sente di appartenere ad una stessa comunità, per chi finalmente si può godere del piacere politico di una bolla che si allarga e di rappresentazioni che non escludono, non invisibilizzano e non mortificano ciò che si pone fuori dal binarismo di genere e dal modello eteronormativo che spesso, fuori dai cancelli dei Giardini Lorusso – in cui gli eventi del festival si sono svolti – assale la quotidianità e definisce una cultura ancora tristemente patriarcale.

L’organizzazione

Associazione Luki Massa. Nasce nel 2017 per proseguire il lavoro intrapreso da Luki Massa, attivista lesbica e femminista prematuramente scomparsa nel 2016. L’associazione organizza il festival di cinema lesbico Some Prefer Cake ed è impegnata nella conservazione e catalogazione dell’archivio di Luki Massa su 30 anni di vita del movimento lesbico in Italia. www.associazionelukimassa.org 

 

Comunicattive. Agenzia di comunicazione femminista che dal 2003 realizza iniziative di comunicazione politica ed eventi culturali in ottica di genere. Ha ideato numerose campagne di comunicazione sociale contro la violenza maschile sulle donne e l’omolesbobitransfobia e svolge interventi formativi sulla comunicazione di genere in scuole, centri antiviolenza, associazioni e collettivi. Da 15 anni partecipa ai percorsi femministi cittadini e nazionali. www.comunicattive.it 

 

Some Prefer Cake ha la media partnership di La Falla, Radio Città Fujiko, Neu Radio, la partnership di OpenDDB, Coordinamento dei Festival di cinema Lgbtq, Libreria delle donne di Bologna, Collettiva Elettronika, Archivio Aperto, Biblioteca Italiana delle donne, Biblioteca Jorge Luis Borges e il supporto di Amalia donne in barca a vela, Lesbiche Bologna e Berberè Pizzeria.

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Maria Elena Memmola Tripaldi

Maria Elena Memmola Tripaldi scrive da quando ha imparato, ha pubblicato un romanzo psicologico e ideato il podcast Lettera Femmina in cui parla di questioni di genere e discriminazione. È operatrice e coordinatrice di un centro antiviolenza a Imola. Ha pubblicato articoli e racconti su alcune riviste online, canta e crede che molte cose siano relazione e quasi tutte politica. Femminista sempre in progress, lavora con le parole e la comunicazione per cambiare le cose.

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